Presentazione del volume “I treni dell’accoglienza” di Bruno Maida

Giovedì 10 dicembre 2020, alle ore 18, l’Istituto invita alla presentazione del volume di Bruno Maida, I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra 1945-1948 (Einaudi, 2020).

Ne discutono con l’autore Bruno Ziglioli, dell’Università degli Studi di Pavia, e Enrico Pagano, direttore dell’Istituto.

L’iniziativa è organizzata tramite la piattaforma Zoom e vi si potrà accedere, a partire dalle ore 17.45, fino a un massimo di 100 partecipanti, utilizzando il link https://zoom.us/j/3375528693 o l’ID 337 552 8693.

Tra il 1945 e il 1948 l’Unione donne italiane e il Partito comunista organizzano un trasferimento di massa di decine di migliaia di bambini provenienti da famiglie povere di diverse parti d’Italia, prima da Milano e Torino, poi in gran parte dal Mezzogiorno, portandoli in zone dove le condizioni di vita sono relativamente migliori. L’Emilia-Romagna è l’area che ne accoglie il maggior numero, ma è coinvolta buona parte delle regioni italiane. L’operazione è pensata per consentire all’infanzia povera di affrontare i mesi invernali, i più difficili per le condizioni alimentari e climatiche. Spesso però i bambini si fermano per periodi più lunghi, a volte tornano negli anni successivi e alcuni decidono di restare con le famiglie che li hanno accolti. Questi treni, chiamati “treni della felicità”, sono il simbolo di una complessa operazione di assistenza all’infanzia nella quale, nei primi anni del dopoguerra, è impegnato un gran numero di organizzazioni nazionali e internazionali, partiti, sindacati, enti pubblici e privati, laici e confessionali. È un crocevia nella storia di solidarismo dell’Italia novecentesca ma è al contempo il luogo in cui si intrecciano quattro significative questioni che segnano il secondo dopoguerra: la povertà come categoria economico-sociale; le politiche di assistenza per l’infanzia; il protagonismo femminile in una difficile lotta tra passato e presente; e le modalità con cui il Partito comunista traduce nella società il suo progetto di partito nuovo e nazionale.

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