Sempre giovane

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Sempre giovane. L’articolo 11 della Costituzione italiana di fronte ai nuovi scenari di guerra e di crisi internazionali

di Paolo Ceola, 2017, pp. 71

Il libro legge e interpreta con estrema attenzione l’articolo 11 della nostra Costituzione, attuandone una vera e propria esegesi, in cui singole parole e punteggiatura, periodi e loro rapporti reciproci, vengono studiati alla ricerca di un’interpretazione il più possibile completa, coerente e autentica rispetto alla volontà di chi, a suo tempo, ha redatto il testo.

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Descrizione

Il libro legge e interpreta con estrema attenzione l’articolo 11 della nostra Costituzione, attuandone una vera e propria esegesi, in cui singole parole e punteggiatura, periodi e loro rapporti reciproci, vengono studiati alla ricerca di un’interpretazione il più possibile completa, coerente e autentica rispetto alla volontà di chi, a suo tempo, ha redatto il testo.
L’autore fa emergere la ricchezza e complessità dell’articolo 11 rispondendo punto per punto alle obiezioni, serie e fondate, che gli vengono mosse da più parti e ne mette in evidenza l’attualità e validità, pur nel cambiamento profondo della realtà politico-militare internazionale nella quale deve trovare applicazione.
Scrive nella prefazione Massimo Cavino: “Caratteristica essenziale della Costituzione repubblicana è quella di disegnare un grande progetto di convivenza civile che, pur pervadendone tutto il testo, emerge con chiarezza in alcune disposizioni. Così il secondo comma dell’articolo 3, stabilendo che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona e la effettiva partecipazione politica dei cittadini, indica con chiarezza quali dovranno essere i rapporti tra libertà e autorità all’interno dei confini nazionali.
Nella stessa prospettiva deve essere letto l’articolo 11, che chiarisce il rapporto tra libertà e autorità nell’ambito internazionale. Dopo l’orrore della guerra fascista il Costituente vuole che l’Italia giochi il ruolo di promotrice della pace e della giustizia tra le nazioni.
Per permettere all’Italia di essere efficace in questa missione, l’articolo 11 giunge a consentire limitazioni di sovranità, che, come sappiamo, hanno permesso al nostro Paese di contribuire fattivamente al processo di integrazione europea e, più in generale, alla costruzione di importanti organizzazioni internazionali (si ricordi da ultimo il Tribunale penale internazionale).
La promozione della pace e della giustizia tra le nazioni impone all’Italia di essere un soggetto pienamente capace sullo scenario internazionale. Per questo motivo l’articolo 11 non prevede la neutralità perpetua: diversamente dalla Svizzera e dall’Austria (dal 1955) l’Italia non è uno Stato neutralizzato.
Il ripudio della guerra come strumento di offesa non può essere inteso quale rinuncia generalizzata all’uso della forza, e ciò non solo nella prospettiva della difesa della integrità del territorio nazionale. Per ragioni di giustizia, per difendere la libertà di altri popoli, l’Italia può entrare in guerra o partecipare ad azioni militari che implichino l’uso della forza anche senza la dichiarazione dello stato di guerra.
In tale prospettiva l’articolo 11 deve essere letto insieme all’articolo 10 che impone l’adeguamento dell’ordinamento italiano alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. E nel diritto internazionale, soprattutto dopo la fine della contrapposizione tra blocchi a partire dagli anni novanta del secolo scorso, si riconosce la legittimità di interventi militari finalizzati alla tutela dei diritti umani o al mantenimento della pace”.

Informazioni aggiuntive

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Autore

Pagine

71

Anno

ISBN

978-88-940015-9-4

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